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07 agosto 2008

Il vino della vittoria anglo-italiano - II parte






Qualche anno prima della battaglia di Trafalgar (precisamente nel 1773) un commerciante inglese di nome John Woodhouse, a causa di vicissitudini meteorologiche legate alla navigazione, approdò casualmente a Marsala. Qui, approfittando della sosta forzata, cerco di concludere qualche buon affare. In una locanda del porto assaggiò un vino locale: il Perpetuum e ne fu subito entusiasta.

Il vino, simile per processo produttivo (metodo Soleras) nonché per sapore al Porto avrebbe sicuramente riscosso successo nei salotti londinesi sia da parte degli uomini che delle loro signore. Purtroppo la lontananza dall’Inghilterra rendeva il trasporto proibitivo a causa del possibile deterioramento del prodotto durante la navigazione. Così Woodhouse decise di additivarci dell’alcool con la funzione di preservare il contenuto delle botti. Arrivato in Inghilterra il primo carico, Woodhouse rimase strabiliato del risultato involontario che era riuscito ad ottenere attraverso questa additivazione.
Così nacque il Marsala che in pochi anni spopolò in Inghilterra per poi essere esportato in tutto il mondo. Si diffuse a bordo delle navi inglesi sostituendo il troppo alcolico Rhum. Un vino dunque democratico che si addiceva ai palati delicati delle donne come a quelli più esigenti dei lord fino ad essere bevanda per marinai; non a caso Lord Nelson riteneva che fosse un vino:”degno della mensa di qualsiasi gentiluomo”.
Woodhouse costruì la propria cantina direttamente a Marsala e dotò il porticciolo delle strutture adeguate al commercio. Ben presto altri seguirono l’esempio di Woodhouse primo tra tutti Benjamin Ingham e solo nel 1830 l’intraprendenza italiana si manifesta con l’iniziativa della nota e ricca famiglia Florio di produrre e commercializzare questo ottimo vino.
Nel 1969 il Marsala divenne il primo vino D.O.C. d’Italia!!!

Il Marsala ha nel tempo “perso terreno” a favore dei diretti concorrenti stranieri (Porto, Madeira) e degli altri innumerevoli vini dolci italiani (basti pensare a tutti i passiti) è dunque caduto nell’oblio dei consumatori sempre troppo sensibili alle mode del momento ed al marketing sfrenato. Quando si beve un bicchiere di questo vino bisogna essere consci della sua storia e della sua natura che è erroneamente catalogata a vino dolce da degustazione. In realtà è si un vino liquoroso che ben si addice ad abbinamenti con dolci (soprattutto se sono dell’antica tradizione siciliana) ma è sublime per meditazione o ancora più sorprendentemente per accompagnare un intero pasto dall’aperitivo fino al dessert, piatti di carne o pesce senza trascurare i formaggi. Ovviamente ad ogni piatto il suo Marsala: ci sono i Marsala vergini ideali per aperitivi, antipasti formaggi e pesce. Oppure i Marsala secchi ovvero conciati ottimi con tutti i dolci e soprattutto con il cioccolato, insomma bisogna sperimentare.
A tal proposito, quanto prima, Cuocapercaso pubblicherà una ricetta di un piatto abbinato con un marsala vergine: il risultato? Strepitoso, da provare.

Per approfondimenti tecnici sul Marsala leggi l’articolo correlato di CiboVino.

4 commenti:

Cuocapercaso ha detto...

Il piatto sperimentato (non svelo ancora nulla) è strepitoso davvero: lo replichero' domani sera! L'abbinamento con un Marsala Vergine Florio è stata una piacevolissima scoperta: mai avrei pensato si potesse pasteggiare con un Marsala, per di piu' in abbinamento al pesce! Sorprendentemente buono.
Grazie per avermi spinta ad "osare"!
Grazia.cuocapercaso

Raffaele ha detto...

La fortuna è degli audaci!!
Attendiamo il tuo post culinario .
Raffaele

Trekker ha detto...

Abbinamento audace ma raffinato.
Il marsala è un grande vino della splendida Sicilia; la forza del suo sole e la dolcezza della sua aria ne fanno un prodotto d'eccellenza poco apprezzato in Italia ma, come dicevi tu, celebrato oltremanica.
Cin cin.

Anonimo ha detto...

Good for people to know.