Benvenuto nell'agorà di Raffaele: una piazza virtuale incontro di amici, pensieri, opinioni, conoscenze, passioni ed emozioni.Se vuoi passare qualche istante di sana riflessione, questo è il luogo giusto per te.Leggi, guarda e scrivi lasciando un segno del tuo passaggio nella speranza di un tuo ritorno.
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29 luglio 2008

LAGHI VERDI e LAGO PASCHIET









Dopo il Rif. Jervis e quindi aver rotto il ghiaccio con la stagione escursionistica estiva, sotto le pressanti richieste dell’amico Nando, abbiamo deciso di affrontare la salita ai Laghi Verdi in Val d’Ala, una delle tre valli di Lanzo.
Partiti di buon ora da Torino percorriamo quasi tutta la Val d’Ala e nei pressi di Balme deviamo per una sua frazione: Cornetti 1440 mt. slm .


Lasciate le auto iniziamo a camminare scaldando i muscoli su uno sterrato che ben presto finisce con un ponticello che conduce ad un sentiero adombrato da splendidi larici. Riparati, così, da un timido sole e accompagnati da un rilassante scrosciare del vicino torrente Paschiet iniziamo a prendere quota rapidamente. Ci lasciamo alle spalle i bucolici boschetti per affrontare un sentiero roccioso, spesso a gradoni di discreta pendenza che ci porta a sfiorare delle baite semiabbandonate testimoni della presenza laboriosa dell’uomo su questi monti.
Il torrente continua ad accompagnarci sempre più irruento e affascinanti cascatelle effimere sono pretesto per soste, foto e reidratazione.
A circa 1900mt., in un tratto particolarmente ricco di pietrame e massi , si palesa l’indicazione per il Lago Paschiet che sarà tappa nel tragitto di ritorno. Ignoriamo dunque il “bivio” (in realtà è un guado sul torrente) e proseguiamo ancora e sempre più in salita allontanandoci dal nostro compagno di viaggio: il torrente.
Dopo circa 2h 30’ dalla partenza, ed in pieno orario di pranzo giungiamo al primo dei due Laghi Verdi: piccolo e quieto restituisce ai nostri occhi i riflessi delle rocciose montagne che lo sovrastano da sempre. Un attimo di silenzio per ammirare il laghetto e per tirare il fiato dall’ultima salita e ci accorgiamo di essere affamati come lupi così proseguiamo e attraverso il pietrame passiamo in una seconda conca, adiacente alla prima, che ospita il secondo lago. Ne percorriamo un lato ammirandolo da un’altezza di circa 10 mt.. Le richieste pressanti di fermarsi a mangiare delle signore sono ormai incontenibili, perciò consumiamo in nostro pranzo al sacco senza raggiungere il Bivacco Gandolfo, tra l’altro gia in vista e a circa 10’ di sentiero.Siamo a circa 2160 mt slm .
Purtroppo le condizioni meteo peggiorano rapidamente e si affacciano banchi di nuvole minacciose; il lago non da il meglio di se stesso con queste condizioni di luci e il luogo non è propriamente confortevole, ergo ci rimettiamo subito in marcia sul tracciato di ritorno.
Tra il primo ed il secondo lago un’indicazione ci segnala il “guado” per il lago Paschiet. Dopo una democratica consultazione a seguito di qualche velato dissenso sulla possibilità di salire ad ammirare anche questo lago, decidiamo all’unanimità di fare il giro ad anello con tappa intermedia il Paschiet! Il buon senso vince sempre!
Il “guado” in realtà è un insieme di sfasciumi di rocce e massi che fa da diga naturale fra i due laghi; ipotizzo che in un passato remoto il livello dell’acqua fosse così alto da esserci un solo lago e questo tratto unico passaggio di rocce affioranti: per l’appunto guado. Ma sono solo mie congetture!
Di roccia in roccia come stambecchi seguiamo i segni di vernice rossa unica indicazione su di un terreno che non ha altri punti di riferimento. Ben presto si palesa un sentiero che si inerpica ripido su di un colle con presenze di insoliti massi erratici curiosamente in bilico sulla cresta. Conquistata la cresta ci si apre un panorama stupendo anche se annebbiato dalle nuvole: la Ciamarella e la Bessanese d’avanti a noi e il lago Paschiet sotto di noi a circa 300 mt di dislivello.
Ci riposiamo consci che ora ci aspetta solo la discesa. Siamo a circa 2200mt. slm.
La discesa fino al lago Paschiet si snoda su di un piccolo sentiero che si fa largo in una fitta vegetazione di splendidi rododendri. Purtroppo il sentiero è ripido, stretto, roccioso e alquanto scivoloso a causa dell’umidità provocata dalle piante. Tutto ciò ha contribuito a scivolate e cadute di vario genere senza nessuna conseguenza se non sul morale di qualcuno di noi!
Faticosamente è un pò tumefatti giungiamo al lago Paschiet; la stanchezza e il cielo che minaccia pioggia ci lascia il tempo di qualche foto e poi si riparte.
Ben presto arriviamo all’alpe Paschiet (in questa zona tutto porta questo nome!) dove il sentiero diviene poco visibile. Noi, complice la stanchezza e il tempo nebbioso, siamo stati in grado di impiegare un’ora per trovare il sentiero che scendeva verso il torrente. Dopo numerose scorribande in lungo e in largo nell’alpeggio e sotto gli occhi incuriositi e secondo me divertiti di placidi bovini al pascolo, finalmente ritroviamo il sentiero.
Nota: appena giunti al cartello che annuncia l’alpeggio, senza raggiungerlo bisogna scendere verso destra a valle cercando dei poco visibili segnavia rossi!
In breve tempo, riconquistata la fiducia, scendiamo fino a raggiungere il torrente Paschiet nel punto in cui un cartello recita: Lago Paschiet 30 min. Questa volta il guado c’è per davvero e sfoggiando le nostre migliori doti di equilibrismo, di pietra in pietra, copriamo i 6, 7 mt. che dividono le due sponde senza bagnarci (quasi!!!!!!).
Da ora in poi il sentiero è quello dell’andata caratterizzato da gradoni rocciosi e infide rocce scivolose, ma ormai siamo quasi arrivati e ben presto avvistiamo le case di Cornetti.

Facciamo il viaggio di ritorno in macchina stanchi, indolenziti delusi per il tempo che anche oggi non è stato favorevole, e indispettiti per non aver trovato subito quel sentiero all’Alpe Paschiet ma profondamente soddisfatti di un contatto pieno e senza compromessi con una natura spigolosa e faticosa come quella delle Valli di Lanzo.

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8 commenti:

Barby ha detto...

come sei poetico! ma....ando stava tutta sta poesia?! scherzi a parte...è stata lunga faticosa e a tratta spaventosa, ma siamo salvi! prossima volta un percorso più leggero con tanto di rifugio e mangiata di polenta!
ciao

Raffaele ha detto...

Cara Barby, i latini dicevano per aspera ad astra. La montagna è maestra di vita a te trarre gli insegnamenti costruttivi e positivi di questa escursione.
Cmq concordo sulla polenta!
Ciao e buone vacanze!!!!!!!!!!

Trekker ha detto...

Certo che deve essere stata una bella escursione. La montagna ha un fascino particolare quando le nuvole si rincorrono nel cielo... l'importante e non beccare acqua.
Mandi!

Anonimo ha detto...

la lettura mi ha molto affascinato e mi è sembrato di vivere con voi questa avventura...anch'io per le vacanze andrò con la mia famiglia in montagna e spero che le mie escrusioni siano di livello pari alla tua...almeno per il paesaggio

Raffaele ha detto...

@ Trekker: il mio unico timore era proprio la pioggia, per fortuna ci sono satte solo alcune gocce;

@ Giovy: sei in buone mani non temere ;-)

Raffaele

Anonimo ha detto...

dopo le tue parole raffaele mi sento più tranquilla...non vedo l'ora di iniziare questa avventura in vostro compagnia ed in compagnia della montagne, dell'aria pulita, del buon cibo...e di quant'altro di bello la natura volesse regalarci!!
aspettatemi ferie, sto per arrivare.....!!!

Anonimo ha detto...

ciao raffaele ho visitato il tuo blog e devo dire che mi ha lasciato senza parole...è davvero ben fatto e poi le foto e la descrizione della vostra escursione è stata appasionante più di un libro di avventura...tornerò più spesso per continuare a leggere ciò che di interessante ci propporai! ciao a presto

Raffaele ha detto...

@ mingo: benvenuto e grazie per i complimenti, troppo buono.

Raffaele