Benvenuto nell'agorà di Raffaele: una piazza virtuale incontro di amici, pensieri, opinioni, conoscenze, passioni ed emozioni.Se vuoi passare qualche istante di sana riflessione, questo è il luogo giusto per te.Leggi, guarda e scrivi lasciando un segno del tuo passaggio nella speranza di un tuo ritorno.
...

20 luglio 2008

Escursione al Rif. Jervis

Finalmente, dopo una primavera piovosa ed un inizio di estate ancora più inclemente, ieri è giunto il giorno per inaugurare la stagione escursionistica. Infatti, malgrado le condizioni meteo non fossero delle migliori abbiamo (io, mia moglie e i nostri consueti amici di gite) deciso di rompere il ghiaccio e di partire alla volta del rifugio W. Jervis nella Val Pellice.



Percorsa tutta la Val Pellice ed abbandonato alle spalle Bobbio Pellice, ultimo paese della vallata, si affronta una strada di montagna stretta e tortuosa che in 10 km conduce alla frazione di Villanova dove abbiamo lasciato l'auto (1222 mt. slm). Da qui parte una mulattiera che sale da subito e incrociando più volte una ex strada militare sterrata copre i 51o mt di dislivello. La salita non è impegnativa, si gode di un discreto paesaggio cui sicuramente non da lustro la nebbia/nuvole che ci hanno avvolto lungo il percorso. Degna di nota è la cascata del Pis Urina che ci ha invogliato ad una sosta fotografica. Il culmine dell'escursione è sicuramente quando superata una piccola sella si accede alla conca del Pra dove è ubicata la nostra meta (1732 mt. slm). Ieri era presente una fitta nebbia che se da un lato ha impedito di ammirare in pieno il panorama montano di questo pianoro dall'altro ha dato una sensazione surreale, affascinante nonchè avventurosa.Questa conca, che geologicamente era sede di un paleo ghiacciaio, mette in comunicazione la Val Pellice con la Francia. Infatti proseguendo il sentiero per ancora circa 2 ore si svalica oltre confine attraverso il Colle della croce e si scende nel Queyras.Ma noi siamo già stanchi! Del resto è la prima uscita della stagione e il Rifugio Jervis invita ad una pausa ristoro. Malgrado il menù non sia stato propriamente montano (pasta all'amatriciana, arrosto di maiale e peperonata) abbiamo mangiato con appetito e gradito soprattutto la crostata di prugne e la vasta scelta di liquori di montagna: Genepy, liquore alla genziana, al cumino e al serpillo.
Il pomeriggio è stato dedicato al relax su comode sedie sulla terrazza del rifugio che guarda alla conca dove ancora una volta la nebbia l'ha fatta da padrone e ci ha ricordato che in motagna l'uomo non può tutto ma ha dei limiti che è sempre bene tener presenti. In questo caso la Montagna non si è fatta vedere ma l'abbiamo respirata, l'abbiamo ascoltata, l'abbiamo immaginata senza pretese ma con un ritorno in termini di soddisfazione che solo chi è umile può percepire.
...e quando il tempo si è ulteriormente incupito abbiamo deciso di scendere e di far ritorno a casa lasciandoci alle spalle un mondo ovattato ma estremamente duro, affascinante ma spigoloso, riposante ma faticoso in una sola parola la Montagna.

www.flickr.com









5 commenti:

Cuocapercaso ha detto...

E' stata una bella escursione...ma ora, sperando nel tempo, dobbiamo proseguire! Laghi Verdi e poi Toesca!
Montagna aspettaci!!
;-))

Grazia

Barby ha detto...

è stata davvero una bella giornata! complimenti per il racconto e la foto! ma sai che quelle fatte in bianco e nero sono strepitose?! sembrano foto di altri tempi...proprio come l'aria che si respirava lassù.
ora laghi verdi! e speriamo nel tempo...!

Raffaele ha detto...

Tutti soddisfatti allora!!!
A grande richiesta: Laghi Verdi!!

@Barby: grazie per i complimenti, sei gentilissima; ho notato che hai linkato il mio blog nel tuo. Da Juventino non praticante, nonchè innamorato di Torino, non posso che esserne onorato. Ricambierò quanto prima.
Raffaele

Anonimo ha detto...

Rifugio Jervis .. che bel posto! Ci son stata lo scorso anno con un gruppetto di amici proprio in estate. Baci a tutti!
bb

Raffaele ha detto...

@ bb: magari siete stati più fortunati di noi per le condizioni meteo; comunque la cucina del rifugio non era propriamente montana! e tu sai che noi siamo esigenti sul cibo :-)
Raffaele