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01 luglio 2008

MONSIEUR L’ARMAGNAC: UNA STORIA D’AMORE


Roteando il baloon nel mio palmo riesco a far descrivere giochi geometrici curvilinei al suo contenuto: color mogano, profumatissimo ma non pungente, forte ma non violento, austero ma allo stesso tempo conviviale anche se siamo soli io e Lui. Fermo il movimento della mano ed Egli torna a riposo in un cerchio parallelo al pavimento mentre i suoi residui sulle pareti di vetro lasciano archetti come bifore rovesciate a testimoniare il suo contenuto alcolico. Io lo conosco: è monsieur L’Armagnac.

L’Armagnac è la denominazione di origine di brandy francese ovvero distillato di vini che provengono dall’omonima regione sud occidentale della Francia, posta nel distretto della Guascogna. E’ sicuramente il distillato più antico al mondo, scoperto quasi per caso, perpetrato per convenienza e pervenuto a noi in veste di opera d’arte dell’enologia francese.
La regione dell’Armagnac è stata sin dai tempi dei romani una regione a vocazione vitivinicola; nei secoli successivi con lo svilupparsi dei commerci fluviali e navali ci si rese conto che era molto più conveniente nonché sicuro trasportare il frutto della vinificazione come distillato piuttosto che come vino: minor prodotto da trasportare, più introiti, maggiore percentuale alcolica che tanto piaceva ai popoli nord europei fecero di necessità virtù e di un vino, che probabilmente non avrebbe mai raggiunto gli onori di altri suoi fratelli francesi, un liquore che non aveva e non ha eguali.

Piccoli sorsi ravvicinati dopo l’adeguata ossigenazione permettono al liquore di non essere aggressivo e sprigionare le sue fragranze leggere e delicate e di correre giù fino al cuore per riscaldarlo e riportarlo ai ricordi più intimi…Si io lo conosco ma soprattutto lo riconosco. Sto bevendo un Armagnac Napoleon imbottigliato nella tipica fiaschetta da 70cl…la ricordo in una vetrinetta della mia casa natia; fra altre bottiglie mi piaceva la sua forma e non sapevo ancora che fu comprata il giorno del mio natale…

Dunque L’Armagnac è frutto della distillazione continua del vino ottenuto dai vitigni di questa ristretta area geografica. Area geologicamente caratterizzata da terreni silicei che producono viti non eccessivamente aromatiche e predispongono a basse gradazioni alcoliche: sono queste infatti le caratteristiche basilari ed irrinunciabili per ottenere un buon Armagnac. Il disciplinare di produzione individua questi vitigni in: Folle blanche e jaune, Picpoul, Saint-Emilion, Colombari, Jurançon, Blanquette, Mauzac, Clairette, Mesliers e Bacco. Ai molti questi nomi non diranno nulla, ma è sorprendente come uno di essi Saint-Emilion detto anche Ugni blanc è un vitigno ad origine italiana: il Trebbiano toscano che poi è anche il più utilizzato per la distillazione di Armagnac e Cognac. Non mi accusate di eccessivo campanilismo o nazionalismo se in tutto ciò che di buono c’è al mondo trovo sempre qualcosa di italiano; sarà forse perché siamo la patria del buon gusto??

…il giorno che mio padre mi diede quella bottiglia fu il giorno che lasciai casa per lavoro; era il giorno dell’abbandono, di uno svezzamento tardivo. Non ne conoscevo il contenuto, non conoscevo tante altre cose, non conoscevo me stesso e forse neanche l’uomo che mi stava porgendo quel presente…

Quello che più mi affascina di questo eccezionale brandy è che dopo la distillazione non è ancora Armagnac. In quel momento inizia un viaggio di diversi anni di affinamento di un prodotto che è grandemente delicato, instabile, indifeso. Così la figura del cantiniere accudirà l’acquavite in botti di quercia vergini da 400 litri tenute nei sottotetti per sfruttare gli sbalzi termici e determinare lo scambio di sostanze tra legno e distillato. E’ il periodo dell’adolescenza dell’Armagnac dove si arricchirà di sapori forti, decisi a volte spigolosi, dove inizierà a virare il colore da paglierino a d’orato, dove tutto potrebbe compromettersi con un eccesso di tannini che renderebbero troppo amaro ed imbevibile il brandy.

…non è forse l’adolescenza di un uomo il periodo più critico, e delicato dal quale molte cose dipenderanno in futuro? Non è forse il genitore a prodigarsi dolorosamente e con sacrifici irriconosciuti nel backstage della sua vita?...poggio il bicchiere sul tavolino di cristallo e mi riservo di concludere questa degustazione fra qualche attimo, il tempo necessario a far decantare i pensieri sempre destabilizzanti di un destabilizzante rapporto della mia adolescenza…

Dopo circa tre anni il brandy francese viene travasato in botti gia utilizzate in passato e spostato in cantina. Ora avrà bisogno di tranquillità termica ed organolettica, ora si cercherà di capitalizzare il paziente lavoro del cantiniere, del legno vergine e del tempo. Per altri sette, otto anni continuerà il suo mutare in affinamenti di sapori ed odori che lo porteranno ad essere un vero Armagnac. E’ il periodo della maturità in cui si perfezioneranno i sapori di frutta e il profumo di fiori arrotondati nella loro perfezione. L’affinamento può continuare ancora per molti anni, fino a 40 in un continum di lievi e lente mutazioni che non possono che dare pregio e regalità al distillato, ma prima dei quaranta anni l’Armagnac deve essere imbottigliato per cristallizzarne e preservarne le caratteristiche organolettiche fino alla sua fruizione finale. Dopo tale periodo, infatti, l’Armagnac inizia a decadere: l’evaporazione diventa ormai non più tollerabile, il colore tende a scadere in un cupo bruno, il sapore diventa eccessivamente dolciastro.

... questo Armagnac Napoleon è stabile, è deciso ma altrettanto piacevolmente dolce e profumato. Avrà avuto una buona maturità, chissà come si chiamava il suo cantiniere…riprendo il baloon, lo tengo fra le mani a riscaldarne il restante contenuto, lo guardo, penso al suo cantiniere, penso al mio cantiniere, do l’ultimo sorso, ancora un attimo di godimento e poi li ringrazio entrambi perché alla fin dei conti L’Armagnac è solo un prodotto di passione ed amore di qualcun altro.

Questo post è stato pubblicato anche sul sito CIBOVINO e sul blog di Chef Marco entrambe due grandi chef e amici.




16 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
nuvola ha detto...

Ciao Raf, allora io porto le girelle e tu l'Armagnac?

A' la prochaine fois.

Tina

Raffaele ha detto...

Bien sure, Tina!!
Anche se con questo caldo e le tue girelle andrebbe qualcosa di più fresco e meno alcolico.
Ciao
Raffaele

Anonimo ha detto...

Hola!! Devo dire che questi racconti sono scritti davvero bene! E sta venendo fuori un bel blog, complimenti. Io invece ho due zii scrittori!
ps. grazie per il commento sul post della chimica.
Baci
Vale

marcella candido cianchetti ha detto...

molto interessante buon fine settimana

Günther ha detto...

un bel post complimenti

Trekker ha detto...

Ottima illustrazione di un eccellente prodotto francese.
Bravo Raf.

Raffaele ha detto...

Grazie a tutti per i complimenti!
Raffaele

Carmine ha detto...

l'armagna non lo avevo mai sentito raccontare cosi

Carmine ha detto...

l'armagna non lo avevo mai sentito raccontare cosi

marcella candido cianchetti ha detto...

si condivido altro che vox populi! se ti và passa dal mio blog di cucina, che è solo x mi piace pasticciare ,cioè non sono un'addetta ai lavori ma una golosastra http://zenzero2.blogspot.com buona serata

Raffaele ha detto...

@Carmine: spero di essere stato in grado di incuriosire e delineare il carattere aulico di questo distillato.

@Marcella: ho dato una rapida sbirciatina...niente male per una non addetta ai lavori

marcella candido cianchetti ha detto...

grazie!forse riesco x mangio con gli occhi, annuso e non assaggio insomma mangio x gola ,pochi i cibi che non mangio ecc...ma se non sono in vena di cucinare è un rapido passaggio dal fuoco al secchio della spazzatura! oggi ero in vena ho fatto un'arista al miele ma buona ma proprio buona ecc.... buona serata

Anonimo ha detto...

con questo post hai rimosso in me tanti ricordi ed in onor suo ho cucinato il filetto in crosta all'armagnac...vedi il mio blog
dunque hai un blog...birba non sapevo
www.chefmarco.splinder.com

Raffaele ha detto...

Ma che onore leggerti nel mio blogghettino, chef!!!
Purtroppo sto scrivendo sempre meno perchè il tempo è sempre meno :-)
Saluti golosi
Raffaele

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e