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25 giugno 2008

SCOTCH SINGLE MALT : L’ACQUA DI VITA CHE SCALDA IL CUORE



Il vento tra i capelli arruffati, l’odore di salsedine, il rumore dei cavalloni spumeggianti che s’infrangono sulla scogliera tagliente, i flebili raggi del sole del nord Europa che mi riscaldano le guance e dentro di me si risvegliano i sentimenti della mia gioventù pur trovandomi a diverse migliaia di km dai miei luoghi natii…si perché oggi mi trovo a Port Ellen sull’isola di Islay nell’arcipelago delle Ebridi in Scozia. Certo, mi trovo in Scozia ma a patto di non aprire gli occhi. Se schiudo le palpebre, infatti, vedo il mio tumbler con un dito di single malt whisky ambrato che mi richiede attenzione e dedizione. Si tratta infatti di un whisky. Prodotto in una delle 8 distillerie di Islay, uno dei quattro distretti scozzesi che producono i single malt più famosi e pregiati al mondo

Il whisky è un distillato. La distillazione è un processo scoperto ed utilizzato per prima dagli arabi per la produzione di essenze, profumi e medicinali. Diffusosi in seguito in Europa ad opera di vari ordini monastici, approdò oltre il Vallum Adrianum in Irlanda e Scozia grazie ad un frate di nome Patrizio (sarà per caso quel San Patrizio???). La florida presenza di orzo unita a questa tecnica sfociò nel “uisge beata” che in lingua gaelica significa “acqua di vita” acquavite per l’appunto .

Per la produzione di un scotch single malt whisky necessitano diverse fasi :
Prima di tutto la raccolta dell’orzo e la sua maltatura che avviene bagnando il cereale e lasciandolo germinare; poi l’essiccazione che blocca la germinazione prima che si formi il germoglio della nuova pianta. Questa fase avviene con il fumo prodotto dalla combustione naturale della torba che attribuisce un caratteristico ed inconfondibile aroma al prodotto finale.
Dopodichè l’orzo maltato viene macinato per ottenere una specie di farina che verrà poi messa in infusione con acqua calda per circa tre giorni. Dopo tale periodo si otterrà un liquido, uno sciroppo al quale verrà indotta la fermentazione alcolica con del lievito.
Il mosto così ottenuto verrà sottoposto a distillazione: due volte per lo Scotch e tre per l’ Irisch. Tagliata la testa e la coda del processo di distillazione dell’unico malto d’orzo prodotto dalla distilleria si otterrà un autentico e pregiato Single malt whisky che dovrà riposare in botti di rovere o quercia che hanno gia ospitato altri distillati e liquori (bourbon o sherry) per svariati decenni. Dopo 8, 12, 16, e chi più ne ha più ne metta anni di maturazione il whisky viene imbottigliato e manterrà intatte tutte le sue caratteristiche organolettiche fino a quando non verrà versato nel vostro bicchiere e saprà regalarvi emozioni e sensazioni uniche.

Bevo un sorso di acqua fredda, trattengo l’acqua in bocca alcuni istanti, ingoio. E’ la sua volta; un piccolo sorso di whisky della piccola isola scozzese avvolge calda la lingua che non fatica a distinguere un leggero sapore affumicato di torba, sentori di alga marina o aromi salmastri che ben presto lasciano il posto alla frutta.
Sono questi i caratteri distintivi di un whisky di Islay generati da un orzo maltato grazie alla torba locale che rappresenta la seconda risorsa di questa piccola isola; lavorato con la purissima acqua che scorre vergine verso l’Atlantico, che riposa in botti sapientemente orientate alla brezza marina che arricchisce in profumo i sentori secondari di questa nobile bevanda

Ancora dell’acqua fredda per congestionare le papille gustative e ancora Lui a sprigionare sapori e sentori che sono viatico di conversazioni intime ed intimiste con l’altra metà della mia vita o con Amici, per viaggiare in cuori aperti alla e dalla sincerità come sincero è un Single Malt che potremmo paragonare ad una nostra DOP in quanto per chiamarsi Single Malt bisogna distillare solo un malto d’orzo e ad Islay ogni distilleria ha il suo campo d’orzo. Più sincero di così!!!!!!!
Ah una curiosità: sapete quanta parte della produzione mondiale di whisky è destinata ai Single Malt? Il 5%; tutto il resto è destinato ai blended (miscele di vari whisky, ma questa è un’altra storia).
Per cui quando berrete un Lagavulin, un Bowmore , Bunnahabhain o uno degli altri re Scozzesi ricordatevi che non è solo alcool ma storia, cultura, lavoro, passione, tradizione, buon gusto e tutto ciò fa di questo distillato straniero un prodotto con caratteristiche straordinariamente italiane.
Questo post è stato pubblicato anche sul sito CIBOVINO

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Arrivo qui seguendo tracce e profumi di terre lontane, leggo e comprendo che chi scrive è una grande persona, Raf, fine scrittore, artista e gourmet!!!
Che bello leggerti, che bello!!!
Ti linko all'istante!!!
SMT

Raffaele ha detto...

Troppo buono, come sempre!Mi riconosco sicuramente nel "gourmet" ma per quanto attiene alla scrittura ed arte, beh lascio ad altri l'onore ed onere di tali attività.
Grazie
Raffaele

Trekker ha detto...

Caro Raf, al whisky scozzese che con gran stile hai tratteggiato nel tuo post mi permetto di affiancare anche quelli irlandesi che in lingua locale vengono chiamati "whiskey". L'Irlanda è uno dei miei sogni. Il whiskey, a differenza del quasi omonimo cugino scozzese viene realizzato con solo malto non tagliato; distillato per ben tre volte e invecchiato per sette anni in botti di rovere. Un altra differenza tra i due distillati riguarda il processo di essiccamento: in quello irlandese si evita che i fumi del forno vengano a contatto con il malto.
Domani comunque vado in bottiglieria ad acquistare uno scozzese Highland Park 30 anni.
Mi associo a SMT per i complimenti... alla prossima recensione.

Raffaele ha detto...

Infatti per gli scozzesi l'unico "whisky" è lo scotch tutti gli altri sono solo whiskey!!!!
Un po di nazionalismo non guasta mai.
Complimenti per la scelta.
Raffaele

nuvola ha detto...

Di superalcolici non mi intendo molto, ma complimenti per la Scozia!

Tina

Raffaele ha detto...

Si, è stato un duro lavoro costruirla ma alla fine è venuta fuori una bella terra ;-))
Scherzo ovviamente!
Grazie
Raffaele