Questo rifugio, di proprietà della sezione UET (Unione Escursionisti Torino) del CAI di Torino, ha visto i nostri primi passi in montagna ed è rimasto la tradizionale prima escursione di ogni stagione estiva.
Situato nel cuore del Parco Orsiera-Rocciavrè, nel versante della Val di Susa all’altezza di Bussoleno, questo rifugio è stato costruito nel primo ventennio del secolo scorso e dopo ristrutturazioni e rimaneggiamenti è ora una struttura moderna dotata di connessione internet a banda larga nonché di certificazione Ecolabel.
Avvicinamento
Percorrendo l’autostrada del Frejus bisogna uscire a Bussoleno-Chianocco. Appena usciti dalla rampa percorrere la rotonda per passare sotto il ponte autostradale. All’incrocio seguire per S. Gioiro e giunti nel paesino svoltare a destra all’incrocio con indicazioni per Borg. Balma, Fraz. Pognant, Fraz. Città, Fraz. Adret. Seguire queste indicazioni per circa dieci chilometri di strada di montagna fino a poco prima di Città dove ad un bivio bisogna svoltare a destra seguendo l’indicazione Travers a mont. Qui la strada diviene più stretta ma dopo circa 1000 metri termina in un piccolo piazzale sterrato dove poter parcheggiare e fare manovre con l’auto ( 1285 mt.).
Percorso
Riempite le borracce imbocchiamo il sentiero che inizia in una incoraggiante discesa, rispettosa della nostra muscolatura ancora fredda. Il percorso costeggia quasi subito due suggestivi laghetti chiamati Il Paradiso delle rane. Nei pressi dei laghetti c’è una struttura di ristoro che recentemente ha allestito un piccolissimo campeggio servito con docce, bagno e lavabi. Attraversiamo rapidamente il campeggio e proseguiamo per l’ombroso sentiero tra larici e betulle per la gioia di Grazia che predilige questo tipo di escursioni alle pietraie scoscese o gradoni scivolosi!!
La prima parte del percorso è parte del Sentiero dei franchi che in circa 30’ di boscaglia e radure, tutto con leggera pendenza, ci porta ad una conca valliva denominata Pian Cervetto dove sorge il Rifugio Amprimo (1371 mt).
Il Rif. Amprimo è una bella struttura situata in una spianata suggestiva che ha come sfondo al di là della Val di Susa il maestoso Rocciamelone. Purtroppo la bassa altitudine e la conseguente agevole accessibilità del luogo lo rendono sempre affollato. Di domenica e soprattutto nelle prime ore pomeridiane questo posto si trasforma in un luogo dalle caratteristiche balneari che tanto detesto poichè inconciliabile con l’ambiente circostante. Dopo una rapida sosta e qualche foto al panorama riprendiamo a camminare lungo il vallone del Rio Gerardo ( sentiero 510). Questo tratto di percorso è caratterizzato da sempre più spazi aperti e con una pendenza significativa ma mai impegnativa.
Questa seconda parte del percorso mi ha indotto in considerazioni sul clima di quest’anno. Infatti, malgrado le chiare tracce di antropizzazione e il continuo lavoro di cura e mantenimento dell’ente Parco, quest’anno ho notato uno stato selvatico del luogo insolito: alberi sradicati o abbattuti da fulmini, innumerevoli rami spezzati o penzolanti dai tronchi, acquitrini e pantani creati da corsi d’acqua inesistenti o irrilevanti negli anni passati. Il tutto è chiaramente motivato dal rigidissimo inverno trascorso e dal suo clima alquanto perturbato che ancora in questo principio di estate è caratterizzato da forti piogge e temporali di natura tropicale.
Ma oggi il tempo è clemente e immerso in questi ragionamenti con mia moglie giungiamo in un alpeggio (Balmetta) dove normalmente è possibile ammirare il bestiame al pascolo ma oggi è desolato tanto da sembrare abbandonato. Da qui volgendo la sguardo verso Nord è sempre possibile ammirare il Rocciamelone , massiccio guardiano della Valle di Susa.
Il tempo di qualche foto e lasciamo i pascoli percorrendo il sentiero sulla destra orografica del Rio Gerardo. Si iniziano a vedere residui di nevai che negli anni scorsi non esistevano in questa stagione e poco dopo mi accorgo che il torrente Rio Gerardo è completamente ghiacciato e come una lingua bianca attraversa i prati e i dolci pendii alle prese con il risveglio primaverile.
Siamo quasi vicino alla meta quando il sentiero si interrompe nei pressi di un guado che negli anni scorsi aveva la dimensioni di un torrentello piuttosto anemico (anche se per Grazia ha sempre rappresentato attraversate dal sapore biblico!); oggi invece si presenta come un fiume ghiacciato.
Le acque del torrente continuano a scorrere sotto la coltre di ghiaccio e dato il suo spessore non desta preoccupazione nell’attraversamento.
Dopo un’attenta perlustrazione per valutare il punto migliore, con l’ausilio dei bastoncini e a piccoli passi guadagnamo l’altra sponda.
Il sentiero continua con una pendenza importante attraverso un fitto sottobosco e dopo qualche piccolo tornante giungiamo al Pian del Roc dove sorge il Rifugio Toesca ( 1710 mt.)
Visto che l’ora non è adatta al pranzo ne approfittiamo per sdraiarci all’ombra di un albero. Poco distanti dal rifugio e sdraiati su una coperta ci rilassiamo ascoltando la montagna, guardando il cielo azzurro parzialmente occultato dalle fronde degli alberi, individuando i richiami ritmici degli uccellini e accarezzati dalla fresca brezza provenienti dai vicini nevai riscopriamo ancora una volta in una meraviglia infantile il perché del nostro amore per la montagna.
Verso le 13:00 ci accingiamo a pranzare nel rifugio e dopo un buon piatto di spezzatino con polenta e un pezzo di strudel decidiamo di scendere poiché l’affollamento del rifugio inizia ad essere incompatibile con la calma e la quiete vissuta fino a quel momento.
INFORMAZIONI ESCURSIONISTICHE:
Partenza: Travers a Mont (1285 mt.)
Arrivo: Rif. Toesca (1710 mt.)
Dislivello: 445 mt.
Difficoltà: E
Segnavia: GTA Sentiro dei Franchi – 510 (bianco e rosso)
Durata: 2 h (in salita), 1h 15’ (in discesa)
Punti ristoro (e soccorso): Rifugio Toesca (Tel. 0122 49526 - 349 3973067)
Cartografia: I.G.C. n.1 - Valli di Susa, Chisone e Germagnasca.